Trattamento della peri-implantite: affrontare l’infiammazione peri-implantare prima che sia troppo tardi
L’implantologia ha cambiato radicalmente il modo di restituire sorriso, estetica e funzione ai pazienti che hanno perso uno o più denti. Tuttavia, anche gli impianti dentali, possono andare incontro a problemi simili a quelli dei denti naturali. Uno dei più comuni e insidiosi è la peri-implantite: una condizione infiammatoria cronica che, se non diagnosticata e trattata tempestivamente, può compromettere seriamente la stabilità degli impianti.
Peri-implantite: cos’è, come riconoscerla e perché va trattata precocemente
La peri-implantite è una patologia infiammatoria di natura infettiva che interessa i tessuti che circondano un impianto dentale, colpendo sia la gengiva che l’osso sottostante. Questa condizione rappresenta una delle complicanze più serie degli impianti dentali, poiché può compromettere la stabilità dell’impianto stesso fino a causarne la perdita. Spesso la peri-implantite si sviluppa a partire da una fase iniziale chiamata mucosite peri-implantare, un’infiammazione reversibile limitata ai tessuti molli. Se non trattata tempestivamente, l’infiammazione può estendersi ai tessuti ossei, causando un riassorbimento osseo progressivo e irreversibile.
Come si manifesta la peri-implantite
Nelle prime fasi, la peri-implantite può non dare alcun sintomo evidente, rendendola difficile da percepire per il paziente. Tuttavia, con l’evolversi della malattia, possono comparire:
La diagnosi avviene attraverso una combinazione di esami clinici (sondaggio parodontale) e radiografici, che evidenziano la perdita di osso attorno all’impianto.
Quali sono le cause della peri-implantite
Il fattore principale che favorisce l’insorgenza della peri-implantite è l’accumulo di placca batterica, soprattutto in assenza di una corretta igiene orale quotidiana e di regolari controlli professionali. Tuttavia, ci sono anche fattori di rischio che aumentano la probabilità di sviluppare questa patologia, tra cui:
Anche alcune caratteristiche tecniche, come la superficie implantare e il tipo di connessione protesica, possono influenzare l’infiammazione a livello peri-implantare.
Perché intervenire subito è fondamentale
Ignorare i primi segni di peri-implantite può portare a conseguenze gravi: oltre alla perdita dell’impianto, le strutture ossee danneggiate rendono più difficile una futura riabilitazione implantare. Per questo motivo, la prevenzione (attraverso una corretta igiene orale e controlli regolari) e la diagnosi precoce sono le armi migliori per preservare la salute degli impianti e dei tessuti che li supportano.
Il trattamento della peri-implantite: come si interviene?
Il trattamento dipende dalla gravità del caso e dallo stadio clinico della lesione. L’obiettivo è duplice: interrompere l’infiammazione in atto e, se possibile, recuperare il supporto osseo perduto. Il piano di cura può includere:
1. Terapia non chirurgica (fase iniziale)
In presenza di segni iniziali, il trattamento può consistere in una pulizia meccanica accurata della superficie implantare con strumenti dedicati (curette in titanio, ultrasuoni, aeropolish specifico per impianti), associata a irrigazione antibatterica (clorexidina, perossido, o altri disinfettanti locali) e in alcuni casi, antibioticoterapia locale o sistemica mirata.
È fondamentale anche correggere eventuali fattori predisponenti, come una protesi incongrua o un carico occlusale mal distribuito.
2. Terapia chirurgica (nei casi avanzati)
Quando è presente riassorbimento osseo significativo, è necessario accedere chirurgicamente all’area per poter rimuovere accuratamente il tessuto infetto, decontaminare la superficie dell’impianto e valutare la possibilità di ricostruire l’osso mancante.
A seconda della situazione, il trattamento chirurgico può includere:
L’importanza della prevenzione e del mantenimento
La peri-implantite, come la parodontite, è una patologia cronica, che va gestita nel tempo con controlli regolari, sedute di igiene professionale e attenzione quotidiana. Dopo il trattamento con impianti dentali infatti, è fondamentale monitorare la salute dei tessuti peri-implantari con sondaggi clinici e radiografie periodiche, oltre a stabilire un programma personalizzato di mantenimento, con richiami ogni 3 – 6 mesi a seconda del rischio individuale. Infine, è fondamentale educare il paziente a una corretta igiene orale domiciliare, che includa anche l’uso di scovolini, fili specifici per impianti e presidi antibatterici non aggressivi. Solo in questo modo è possibile mantenere gli impianti dentali a lungo termine, riducendo il rischio di complicanze anche dopo decine di anni.
Trattare per salvare: un intervento tempestivo fa la differenza
Un impianto non è “per sempre” se non viene curato come un dente naturale. Intervenire in modo precoce e mirato permette spesso di evitare la perdita dell’impianto, ridurre le recidive e prolungare la vita del trattamento implantare.
Il Dott. Riccardo Di Raimondo, gestisce la peri-implantite con approcci basati sia sull’ evidenza clinica ma soprattutto sull’ampia evidenza scientifica, utilizzando tecnologie avanzate e biomateriali certificati, oltre che attenzione personalizzata al caso in questione.
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